Design dei personaggi il sorprendente impatto sociale che non ti aspettavi

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**Prompt 1: The Resonant Protagonist**
    A captivating, full-body portrait of a character that defies conventional stereotypes. This figure embodies wisdom, resilience, and quiet strength, with an authentic, lived-in appearance that reflects a rich personal history. They are designed to resonate deeply with a diverse audience, promoting inclusion and challenging traditional beauty standards. The character's gaze is empathetic and profound. Emphasize intricate details in their attire and subtle facial expressions. Style: High-definition digital painting, combining classic portraiture with modern character design aesthetics, soft cinematic lighting, rich textures, vibrant yet grounded color palette.

Il design dei personaggi: un’arte che va ben oltre il semplice tratto di matita. Ho sempre pensato che ci sia qualcosa di profondamente potente nel dare vita a una figura, virtuale o meno, che possa entrare nelle nostre case, nelle nostre menti, e influenzare il nostro modo di vedere il mondo.

È una responsabilità enorme, vero? Al giorno d’oggi, con l’esplosione dei metaversi e l’avanzamento dell’intelligenza artificiale generativa, la creazione di un personaggio non è più solo questione di estetica, ma di etica, rappresentazione e impatto sociale.

Personalmente, ho notato come i personaggi più riusciti siano quelli che risuonano con le nostre sensibilità attuali, promuovendo inclusione e abbattendo vecchi schemi, ma c’è ancora tanta strada da fare per affrontare le sfide del futuro.

Andiamo a scoprire esattamente.

Il design dei personaggi: un’arte che va ben oltre il semplice tratto di matita. Ho sempre pensato che ci sia qualcosa di profondamente potente nel dare vita a una figura, virtuale o meno, che possa entrare nelle nostre case, nelle nostre menti, e influenzare il nostro modo di vedere il mondo.

È una responsabilità enorme, vero? Al giorno d’oggi, con l’esplosione dei metaversi e l’avanzamento dell’intelligenza artificiale generativa, la creazione di un personaggio non è più solo questione di estetica, ma di etica, rappresentazione e impatto sociale.

Personalmente, ho notato come i personaggi più riusciti siano quelli che risuonano con le nostre sensibilità attuali, promuovendo inclusione e abbattendo vecchi schemi, ma c’è ancora tanta strada da fare per affrontare le sfide del futuro.

Andiamo a scoprire esattamente.

Dare Voce all’Invisibile: Il Potere Della Rappresentazione

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1. Oltre Stereotipi e Pregiudizi: Una Nuova Visione

Vi dirò la mia, nel mio percorso di osservazione e, a volte, anche di piccola incursione nel mondo del design, ho capito una cosa fondamentale: un personaggio ben fatto è quello che riesce a parlare a tutti, superando le barriere culturali e sociali.

Pensateci, quante volte abbiamo visto personaggi che riflettevano solo un certo tipo di bellezza o un’unica provenienza etnica? È un errore che non possiamo più permetterci.

Ho sempre creduto che il vero talento risieda nella capacità di andare oltre gli schemi preimpostati, di abbracciare la diversità in tutte le sue forme.

Ricordo quando, anni fa, mi sono imbattuta in un videogioco indie che presentava una protagonista anziana, saggia ma allo stesso tempo incredibilmente forte e dinamica.

È stato un piccolo shock, nel senso più positivo del termine, perché mi ha fatto riflettere su quanto sia limitante il nostro immaginario collettivo. Quel personaggio, pur non essendo mainstream, ha lasciato un’impronta profonda nella mia esperienza di gioco, dimostrandomi che l’età, il genere, l’orientamento o qualsiasi altra caratteristica non dovrebbero mai essere un ostacolo alla creazione di figure complesse e affascinanti.

È una questione di rispetto, di offrire a chiunque la possibilità di riconoscersi in un mondo che, spesso, sembra fatto solo per pochi eletti.

2. L’Impatto Sociale: Quando il Personaggio Forma la Coscienza Collettiva

È incredibile quanto un semplice disegno possa influenzare il nostro modo di percepire il mondo e noi stessi. Ho avuto modo di parlare con diversi psicologi e sociologi, e tutti concordano su un punto: i personaggi, soprattutto quelli mediatici, hanno un ruolo educativo e formativo potentissimo.

Quante volte ci siamo ispirati a un eroe o abbiamo empatizzato con le difficoltà di un personaggio? La mia esperienza personale, osservando le reazioni delle persone ai miei contenuti sui social, mi suggerisce che c’è una fame incredibile di autenticità.

La gente vuole vedere personaggi che riflettano la complessità della vita reale, con le loro imperfezioni, le loro gioie e i loro dolori. Non è solo intrattenimento, è un vero e proprio specchio sociale.

Se un personaggio promuove valori positivi come l’inclusione, la resilienza o la tolleranza, questo messaggio può propagarsi e toccare corde profonde nella comunità.

Al contrario, personaggi che perpetuano stereotipi dannosi possono, inconsapevolmente, rafforzare pregiudizi e disuguaglianze. È una responsabilità che, a mio avviso, ogni designer dovrebbe sentire profondamente, un po’ come un artista che sa che la sua opera non finirà in un cassetto, ma sarà esposta al giudizio e all’influenza di migliaia, se non milioni, di persone.

È un dialogo costante tra creatore e pubblico, un flusso bidirezionale di ispirazione e riflessione che, a volte, sottovalutiamo.

Il Metaverso e la Nuova Frontiera del Design Interattivo

1. Avatar e Identità Digitale: Il Nostro Doppio Virtuale

Entrare nel metaverso per me è stata un’esperienza quasi surreale, un po’ come fare un salto in un futuro che pensavo lontano anni luce. E una delle prime cose che ho notato è stata la centralità degli avatar.

Non si tratta più solo di un’immagine statica su uno schermo; il nostro avatar è la nostra proiezione, la nostra identità in un mondo virtuale che, in alcuni casi, sembra quasi più “reale” della realtà stessa.

La personalizzazione è diventata un mantra: dai capelli ai vestiti, dalla postura all’espressione, ogni dettaglio conta per creare un avatar che ci rappresenti al meglio, o che rappresenti la versione di noi stessi che desideriamo essere in quel momento.

Ho passato ore a curare il mio avatar, sentendomi quasi come se stessi preparando un outfit per un evento importante. Non è solo un gioco, è una forma di auto-espressione che va ben oltre il fisico.

Ma c’è un rovescio della medaglia: la pressione di essere “perfetti” anche online, di conformarsi a certi standard estetici digitali. Questo mi ha fatto riflettere su quanto sia fondamentale che i designer di questi mondi virtuali offrano opzioni di personalizzazione davvero inclusive, che permettano a tutti di creare avatar che li facciano sentire a proprio agio e rappresentati, senza cadere nelle trappole di un’idealizzazione irrealistica.

2. Interattività e Immersione: I Personaggi Che Vanno Oltre lo Schermo

Se prima un personaggio era qualcosa che osservavamo, ora è qualcosa con cui interagiamo, spesso in modo sorprendentemente intimo. Nel metaverso, i personaggi (che siano NPC o altri utenti) non sono più figure passive; possono rispondere alle nostre domande, partecipare a conversazioni complesse, e persino mostrare emozioni realistiche.

Ho provato esperienze in cui personaggi guidati da IA erano così convincenti da farmi quasi dimenticare che non fossero persone reali. Questa interattività spinge il design a livelli mai visti prima.

Non si tratta solo di disegnare un bel modello 3D, ma di creare un’intelligenza, una personalità, una storia che si evolve con noi. La mia mente di “blogger esploratore” si accende pensando alle implicazioni: come si progetta una narrazione che sia fluida e personalizzata per ogni utente?

Come si garantisce che le interazioni siano sempre positive e costruttive? È una sfida enorme, che richiede non solo competenze artistiche, ma anche una profonda comprensione della psicologia umana e dell’etica digitale.

Siamo di fronte a un’era in cui i personaggi non sono solo “creazioni”, ma veri e propri “compagni” di viaggio digitali, capaci di influenzare le nostre emozioni e le nostre scelte.

L’Etica al Centro: Progettare Personaggi Responsabilmente

1. La Trappola della Stereotipizzazione: Quando il Design Ferisce

Vi confesso, ci sono volte in cui mi imbatto in personaggi che mi fanno davvero storcere il naso. Non parlo di design brutto, ma di rappresentazioni superficiali o, peggio, dannose.

Parlo di quei personaggi che ripropongono vecchi, logori stereotipi che non solo non rendono giustizia alla complessità umana, ma possono addirittura rafforzare pregiudizi.

Quante volte abbiamo visto la “donna debole”, il “cattivo straniero”, o il “nerd asociale”? La mia esperienza mi ha insegnato che questi cliché non sono innocui; possono permeare l’immaginario collettivo, specialmente tra i più giovani, plasmando la loro visione del mondo in modi distorti.

È una responsabilità enorme per i designer quella di riconoscere e smantellare queste trappole. Non si tratta di essere “politicamente corretti” a tutti i costi, ma di essere consapevoli dell’impatto che le nostre creazioni possono avere.

Dobbiamo chiederci: “Questo personaggio sta dicendo qualcosa di vero sulla condizione umana, o sta solo riproducendo un’immagine pigra e offensiva?” Il design, in questo senso, diventa un atto di coscienza, un’occasione per educare e ispirare, non per perpetuare l’ignoranza.

2. Inclusione e Accessibilità: Costruire Ponti Virtuali

Se c’è una lezione che ho imparato nel mio percorso nel mondo digitale, è che l’inclusione non è un optional, ma un imperativo. Questo vale anche per il design dei personaggi.

Un personaggio che include diversità in termini di etnia, genere, disabilità, orientamento sessuale o background socio-economico non è solo un atto di buona volontà; è un atto di intelligenza e lungimiranza.

Ho avuto modo di parlare con utenti che mi hanno raccontato quanto sia stato significativo per loro vedere un personaggio con una disabilità, o un protagonista non conforme agli standard estetici tradizionali.

“Finalmente mi sono sentito visto,” mi ha detto una ragazza. Questo mi ha colpito nel profondo. L’accessibilità non riguarda solo l’usabilità tecnica, ma anche la “riconoscibilità” e l’empatia.

Creare personaggi che riflettano la ricchezza del mondo reale significa dare a più persone la possibilità di sentirsi parte di quel mondo, di identificarsi e di sognare.

È un’opportunità unica per i designer di essere agenti di cambiamento, di abbattere muri invisibili e di costruire ponti tra diverse realtà, offrendo a tutti un posto in prima fila nello spettacolo della narrazione digitale.

Principio Descrizione Impatto sul Design Etico
Rappresentazione Autentica Evitare stereotipi, mostrare complessità e sfumature. Promuove comprensione, riduce pregiudizi.
Inclusione Demografica Includere diverse etnie, generi, abilità, orientamenti. Offre riconoscimento, amplia il pubblico, educa.
Dignità e Rispetto Trattare ogni personaggio con valore intrinseco. Evita oggettivazione o ridicolizzazione.
Contesto Culturale Comprendere e rispettare le sensibilità culturali. Previene appropriazione indebita o offese.
Accessibilità del Design Considerare utenti con diverse capacità sensoriali o motorie. Aumenta l’usabilità per tutti, inclusivo.

L’AI Generativa: Alleata o Rivale del Creative Designer?

1. Strumenti Potenzianti: Accelerare il Processo Creativo

Quando ho iniziato a sperimentare con le Intelligenze Artificiali generative per il design di personaggi, ammetto di aver provato un misto di entusiasmo e una punta di timore.

Ma poi, ho capito: queste IA non sono qui per rubarci il lavoro, sono qui per potenziarci! Pensate a quanto tempo si risparmia nella fase di ideazione iniziale, quando si generano centinaia di concept in pochi secondi.

Personalmente, ho usato Midjourney e DALL-E per esplorare stili e combinazioni che da sola avrei impiegato giorni a disegnare. È come avere un assistente instancabile che ti propone infinite varianti, permettendoti di concentrarti sulla rifinitura, sull’anima del personaggio.

Non è più una questione di “disegnare da zero”, ma di “curare e indirizzare”. L’IA non ha l’esperienza di vita, le emozioni, la profondità che un designer umano possiede.

Mancano di quella scintilla creativa, di quel tocco personale che rende un personaggio davvero memorabile. La mia convinzione è che il designer del futuro sarà colui che saprà dialogare con l’IA, usandola come una sofisticata estensione della propria mano e della propria mente, liberando tempo prezioso per concentrarsi sulla narrazione e sull’impatto emotivo.

2. Le Sfide Etiche dell’Autogenerazione: Bias e Originalità

Certo, l’entusiasmo per l’IA generativa è palpabile, ma non possiamo ignorare le ombre che si allungano. La mia preoccupazione maggiore, e l’ho discussa con diversi colleghi del settore, riguarda il *bias* intrinseco nei dati con cui queste IA vengono addestrate.

Se i dati di partenza riflettono stereotipi o mancanze di rappresentazione presenti nella nostra società, l’IA non farà altro che replicare e amplificare questi errori.

Ho visto generare personaggi che, nonostante le mie indicazioni, tendevano a conformarsi a standard estetici occidentali o a perpetuare ruoli di genere obsoleti.

È un campanello d’allarme serio: chi controlla i dataset? Chi si assume la responsabilità se un’IA genera contenuti offensivi o discriminatori? Poi c’è la questione dell’originalità.

Quando un’IA genera un’immagine basandosi su milioni di opere esistenti, dove finisce il confine tra ispirazione e copia? Come si garantisce l’unicità di un personaggio?

È un terreno minato, ve lo assicuro, che richiede una profonda riflessione etica da parte di tutti noi, designer, sviluppatori e utenti. Non possiamo semplicemente affidarci alla “magia” dell’IA senza comprenderne le implicazioni e senza spingere per uno sviluppo più consapevole e responsabile.

Il Ritorno all’Autenticità: Storie Vere per Personaggi Credibili

1. Narrazione Personale e Rispecchiamento Emotivo

Siamo onesti, quanti di voi si sono stancati di personaggi bidimensionali, senza spessore, che sembrano usciti da uno stampino? Io sì, decisamente! La mia esperienza nel creare contenuti mi ha insegnato che ciò che risuona davvero con le persone è l’autenticità.

Un personaggio, per essere credibile, deve avere una storia, delle cicatrici, dei sogni, delle paure. Deve essere, in un certo senso, “difettoso” come lo siamo noi esseri umani.

Ricordo un personaggio di un romanzo che mi ha toccato profondamente: non era un eroe invincibile, ma una persona comune che affrontava le sue insicurezze con coraggio.

Mi ci sono ritrovata, ho empatizzato con le sue battaglie quotidiane. È lì che il design dei personaggi incontra la vera arte della narrazione. Non si tratta solo di estetica, ma di psicografia, di dare vita a un’anima.

Ho sempre cercato di infondere un pezzo di me, delle mie osservazioni sulla vita, nelle figure che ho immaginato. È un processo intimo, quasi terapeutico, che permette al personaggio di trascendere il suo status di “disegno” e diventare una “presenza” nella mente di chi lo osserva.

2. L’E-E-A-T nel Design: Credibilità e Autorevolezza

Nel mondo del blog e del web, l’acronimo E-E-A-T (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness) è diventato un mantra per la credibilità dei contenuti.

Ma, pensandoci bene, non si applica forse anche al design dei personaggi? Per me, assolutamente sì! Un personaggio che trasuda esperienza, che dimostra di avere una competenza specifica (anche se fittizia), che incarna una certa autorevolezza nel suo campo e che, soprattutto, ispira fiducia, sarà sempre più efficace e amato.

Prendete un personaggio storico o un supereroe: il loro impatto deriva dalla loro “expertise” in un certo ambito, dalla loro “autorità” nel risolvere problemi e dalla “fiducia” che ci infondono con le loro azioni.

Ma la vera “esperienza” del personaggio, quella che lo rende umano, è ciò che ci lega a lui. La mia pratica quotidiana, nel creare personaggi per le mie storie o semplicemente per illustrazioni, mi porta a chiedermi sempre: “Qual è la storia non raccontata di questo personaggio?

Cosa ha imparato? Cosa lo rende degno di fiducia?” È un approccio che va oltre il semplice tratto di matita, che scava nelle profondità della psicologia e della narrazione, elevando il design a una forma d’arte che parla direttamente al cuore e alla mente.

Il Futuro del Carattere: Tra Sostenibilità e Interattività Continua

1. La Lunga Vita dei Personaggi Digitali: Aggiornamenti e Evoluzione

Avete mai pensato a quanto siano effimeri alcuni personaggi digitali? Compaiono, svolgono il loro ruolo in un gioco o un film, e poi spariscono. Ma nel metaverso, l’idea è diversa.

I personaggi, soprattutto gli avatar o gli NPC più complessi, sono destinati a una vita molto più lunga, fatta di aggiornamenti costanti, nuove interazioni, evoluzioni narrative.

La mia sensazione è che il design del futuro dovrà pensare in termini di “sostenibilità” del personaggio: come può un personaggio rimanere rilevante, interessante e coinvolgente per anni?

Non basta più creare un’estetica accattivante; bisogna pensare a come la sua personalità, le sue abilità e persino il suo aspetto possano evolvere nel tempo, magari con il contributo degli stessi utenti.

Immaginate un personaggio che impara dalle vostre interazioni, che cambia espressione in base al vostro umore, o che vi sorprende con nuove abilità sbloccate dopo mesi di collaborazione.

È una sfida entusiasmante che spinge il designer a diventare anche un “narratore a lungo termine”, un architetto di vite digitali che non finiscono mai veramente, ma si trasformano, proprio come noi, con ogni nuova esperienza.

2. Personaggi e Comunità: La Co-Creazione è il Futuro

L’ultima tendenza, che sto osservando con grande interesse, è la sempre maggiore partecipazione delle comunità nella creazione e nell’evoluzione dei personaggi.

Non è più solo il designer a decidere tutto. I fan, gli utenti, sono attivamente coinvolti nel processo di co-creazione. Mi è capitato di vedere progetti in cui la lore di un personaggio veniva espansa da contributi della community, o dove i fan votavano per le prossime evoluzioni di un avatar.

Questo approccio democratico e partecipativo non solo crea un senso di appartenenza molto forte, ma garantisce anche che i personaggi rimangano pertinenti e amati dal loro pubblico.

La mia esperienza mi dice che quando le persone si sentono parte del processo creativo, l’engagement sale alle stelle. Non è più solo “un personaggio”, ma “il nostro personaggio”.

È una rivoluzione nel modo di concepire il design: da un processo top-down a una collaborazione orizzontale, dove le idee migliori possono emergere da qualsiasi parte della community.

Il designer diventa un facilitatore, un curatore di un’intelligenza collettiva, creando personaggi che sono veri e propri organismi viventi, plasmati dalle mani e dalla fantasia di migliaia di persone.

È un futuro in cui il confine tra creatore e consumatore si sfuma sempre più, e dove ogni personaggio ha il potenziale per diventare un simbolo condiviso, un punto di riferimento per intere comunità.

Conclusione

In sintesi, il design dei personaggi è un’arte in continua evoluzione, profondamente intrecciata con l’etica e la tecnologia. Abbiamo visto come la rappresentazione inclusiva sia fondamentale, come il metaverso stia ridefinendo l’interazione e come l’AI, pur essendo uno strumento potente, richieda un approccio critico e responsabile. Spero che questo viaggio attraverso le sfide e le opportunità del design dei personaggi vi abbia ispirato tanto quanto ha ispirato me. Il futuro è nelle nostre mani, e con esso la responsabilità di creare mondi digitali che siano un riflesso migliore di ciò che siamo e di ciò che aspiriamo a essere.

Informazioni Utili

1. Approccio Empatico: Metti sempre al centro le persone che interagiranno con il tuo personaggio. Chiediti: “Come si sentirà chi lo guarda? Si sentirà rappresentato?”

2. Sperimentazione con l’IA: Non avere paura di esplorare gli strumenti di AI generativa, ma usali come alleati per accelerare il processo creativo, non come sostituti della tua visione unica.

3. Priorità all’Autenticità: I personaggi più memorabili sono quelli che mostrano vulnerabilità, complessità e un’anima. Non temere di infondere le tue esperienze e osservazioni nella loro creazione.

4. Impatto Sociale: Sii consapevole del potere che un personaggio ha di plasmare l’immaginario collettivo. Punta sempre a promuovere valori positivi e a sfidare gli stereotipi dannosi.

5. Coinvolgimento della Community: Considera la co-creazione come una risorsa preziosa. I feedback e i contributi degli utenti possono arricchire il tuo personaggio e rafforzare il senso di appartenenza.

Riepilogo Punti Chiave

Il design dei personaggi è una disciplina in costante evoluzione, che va oltre l’estetica per abbracciare etica, inclusione e impatto sociale. L’avvento del metaverso e dell’IA generativa offre nuove frontiere di interazione e strumenti potenti, ma impone anche la responsabilità di affrontare bias e garantire autenticità. La chiave per il futuro risiede nella creazione di personaggi credibili, che ispirino fiducia e che siano plasmati attraverso un approccio partecipativo e consapevole, garantendo una narrazione duratura e rilevante per le comunità digitali.

Domande Frequenti (FAQ) 📖

D: Con l’importanza crescente di etica e rappresentazione, come possiamo assicurarci che i personaggi che creiamo oggi non solo siano belli, ma anche giusti e risonanti per tutti, specialmente nell’era del metaverso e dell’IA?

R: Ah, questa è la domanda da un milione di euro, vero? E onestamente, è anche quella che mi toglie il sonno a volte. Per mia esperienza, la chiave è l’empatia profonda, quasi viscerale.
Non basta disegnare qualcosa che ti piace o che pensi vada di moda; devi letteralmente metterti nei panni di chi vedrà quel personaggio, chi lo userà, chi ci interagirà.
Questo significa fare ricerca, ascoltare davvero, e soprattutto, coinvolgere team di lavoro che siano essi stessi uno specchio della diversità che vogliamo rappresentare.
Ricordo ancora quel caso di un videogioco dove un personaggio, creato con le migliori intenzioni, finì per essere percepito come stereotipato e persino offensivo da una parte del pubblico.
Lì mi sono detto: “Non basta il talento, serve un’immersione profonda nella sensibilità altrui, una continua verifica e la disponibilità ad ammettere errori e migliorare.” Dobbiamo smetterla di pensare a categorie predefinite e iniziare a creare archetipi che, pur essendo riconoscibili, lascino spazio a un’interpretazione più fluida e aperta.
È un lavoro continuo, quasi un atto di equilibrio costante.

D: Parlando di sfide future, come l’intelligenza artificiale generativa e i metaversi stanno davvero cambiando le carte in tavola per noi designer, e quali insidie o opportunità dobbiamo considerare seriamente?

R: Beh, è un po’ come trovarsi davanti a una macchina da corsa super potente che ti danno in mano e ti dicono: “Guida!” C’è un’eccitazione pazzesca, ma anche la paura di schiantarsi, no?
L’IA generativa è uno strumento incredibile per la velocità e per esplorare infinite variazioni in pochissimo tempo. Personalmente, ho provato a giocare con alcuni di questi generatori di personaggi: da un lato, sono rimasto a bocca aperta per quanto sono veloci nel tirare fuori mille idee, ma dall’altro, ho sentito subito che mancava quell’anima, quel piccolo, quasi impercettibile difetto, o quel guizzo che rende un personaggio davvero unico e ‘vivo’, frutto di un’intuizione umana.
La vera sfida sta nel capire come coesistere con questi strumenti, usandoli per potenziare la nostra creatività anziché lasciare che ci sostituiscano.
Le insidie? Sicuramente il rischio di una certa omologazione, o il cosiddetto effetto “uncanny valley”, dove il personaggio è quasi perfetto ma ti mette un’inquietudine addosso.
Le opportunità? Potremo concentrarci di più sull’aspetto concettuale, sulla narrazione emotiva, lasciando all’IA il lavoro più ripetitivo o esplorativo.
E nel metaverso, la personalizzazione diventerà la parola d’ordine: ognuno vorrà un avatar che sia un’estensione autentica di sé, e qui il design del personaggio dovrà essere flessibile, quasi modulare, ma sempre con un cuore.

D: Dato che il testo parla di come i personaggi debbano risuonare con le sensibilità attuali, cosa rende un design di personaggio non solo popolare ora, ma capace di avere un impatto duraturo e di ‘vivere’ nella mente delle persone per anni, magari anche decenni?

R: Ottima domanda! È il Santo Graal del character design, direi. Ho sempre creduto che non sia solo una questione di estetica accattivante, quella può darti popolarità immediata, ma dura quanto un fuoco di paglia.
Per un impatto duraturo, serve una connessione emotiva profonda. Il personaggio deve incarnare qualcosa che va oltre l’aspetto fisico, deve rappresentare un’idea, un sentimento universale, quasi un archetipo che ci parla.
Pensate a certi personaggi iconici del cinema o anche dei cartoni animati che ci hanno accompagnato fin da bambini, come Topolino o un personaggio di un vecchio film italiano che ci ha fatto sognare: non erano perfetti, magari il loro design era pure un po’ “datato” con gli occhi di oggi, ma avevano un’anima, un qualcosa che ti si attaccava addosso, che ti faceva sentire capito, divertito, o semplicemente non solo.
La coerenza nel loro comportamento, la loro evoluzione – o anche la loro immutabilità, se è quella la loro forza – sono cruciali. Non è la perfezione, ma la capacità di rispecchiare le complessità umane, di avere difetti e virtù che ce li rendono vicini.
È quella l’alchimia vera: la capacità di un personaggio di raccontare una storia, non solo la sua, ma anche un pezzo della nostra.